il prossimo Mercatino delle Cose d’Altri Tempi sarà:
DOMENICA 26 MARZO 2023
L’evento è realizzato nel rispetto degli ultimi DPCM in merito al contenimento di Covid 19.
L’evento è realizzato nel rispetto degli ultimi DPCM in merito al contenimento di Covid 19.
Ungheria/Francia 2015
Trama
1944. Nel campo di concentramento di Auschwitz, Saul Ausländer, prigioniero, è costretto a bruciare i corpi della propria gente nell’unità speciale Sonderkommando. Sente inevitabilmente il peso delle azioni che deve compiere, ma trova un modo per sopravvivere. Un giorno salva dalle fiamme il corpo di un giovane ragazzo che crede essere suo figlio e decide di cercare in tutto il campo un rabbino, che possa aiutarlo nel dargli una degna sepoltura.
“Un grande film sulla Shoah, anzi il migliore a tutt’oggi, compreso la tanto decantata «Schindler’s List» di Spielberg. E dire che l’ha realizzato un esordiente, László Nemes, (…) con una invenzione, geniale, mette al centro del suo terribile dramma unicamente Saul con una grande X rossa sulla giacca per segnalarne il rischio di fuga, facendoci poi vedere solo quello che lui vede e sente nel campo di concentramento tutto intorno, i suoi ritmi spaventosi, con l’unica meta dei forni, i clamori in varie lingue, dal tedesco iroso e imperioso all’yiddish con il suono dell’angoscia e del terrore, frammiste a colpi d’arma da fuoco e a grida sempre più concitate specie quando a un certo momento vien tentata una rivolta. Si è oppressi, soffocati, manca il respiro e affiora irrefrenabile il tumulto di tutti i sentimenti. Grati però al cinema quando si mostra in grado di saper trasformare le sue immagini in urla sostenute ad ogni momento dalla forza e dalla vitalità dell’arte, pronto a richiamare e anche a redarguire, specie in tempi come questi in cui il cinema vince solo se fa ridere . Da non dimenticare mai, e non solo nell’ormai vicino Giorno della Memoria, il protagonista del film Géza Röhrig. Sono soprattutto i suoi occhi che ci fanno vedere l’orrore in cui il personaggio è immerso.” (Gian Luigi Rondi, ‘Il Tempo’, 22 gennaio 2016)